Certamente quella di Rodengo appartiene alle parrocchie piu antiche del Sudtirolo e compare per la prima volta in un documento dei 985. Consistenti donazioni le vennero da Federico I von Rodank (+ 1140) e dalla moglie Gerbirg; i castellani hanno senz'altro contribuito affinche la chiesa parrocchiale fosse costruita nelle vicinanze del castello. Giá ne1 1175, davanti alla chiesa di Vallarga, compaiono come testimoni di una donazione di masi al convento di Novacella il parroco Albanus di Rodanch ed il suo coadiutore Englmarus.
La parrocchia di Rodengo non coincideva con la omonima giudicatura; era quindi piu antica di quest'ultima ed era una delle piu consistenti dell'allora diocesi di Bressanone. Comprendeva: Maranza, Valles, Spinga, Rio di Pusteria, Vallarga, Fundres, Vandoies di Sopra e di Sotto, come pure Terento. Dalla relazione di una visita vescovile nel1517 ricaviamo che allora nessuna chiesa filiale aveva un sacerdote proprio; il parroco provvedeva alla cura d'anime con l'ausilio di 8 cappellani. Appena nel corso dei XVI e XVII secolo sorsero apposite curazie, che poi nel 1891 divennero parrocchie autonome. Nel 1937 il principevescovo Johannes Geisler congiunse le 10 comunita dell'antico distretto parrocchiale in un nuovo decanato. II primo decano fu Georg Kaser, parroco di Rodengo dal 1924 al 1947, cui seguí Anton Reier (1947-1974). Venne poi parroco-decano Anton Stoll (1974 - 1999) e adesso Rudolf Grießer (dal 1999)
Per la sua estensione ed i suoi consistenti introiti - ancora nel catasto fiscale del secolo scorso la cononica possedeva soltanto a Rodengo ben 23 masi - ma anche per la sua favorevole posizione la parrocchia in passato era molto ambita e spesso veniva guidata da canonici del duomo o della chiesa della Madonna di Bressanone. Di frequente i parroci si trovarono coinvolti anche in diatribe di carattere politico. Il canonico Conrad Possinger, ad esempio, per la sua fedeltá al cardinale Cusano, fu cacciato da Rodengo dal principe Sigismondo.
All'epoca della riforma protestante la dottrina luterana non attecchí in Tirolo. Si diffuse invece, in modo particolare fra i ceti poveri della popolazione, la dottrina degli anabattisti, predicata soprattutto da Jakob Huter di S. Lorenzo di Sebato. Ripetutamente il governo di Innsbruck ed il principevescovo di Bressanone esortarono Vito von Wolkenstein a dimostrarsi intransigente verso gli anabattisti. Anzi 10 invitarono a deporre e sostituire con uno piú affidabile il proprio curatore Simon von Permatin, sospetto di aderire alla setta. E come si poteva pensare il contrario, visto che alcuni anabattisti riuscirono a fuggire dalle sicure carceri dei castello? Ma Vito stesso non prese tanto sul serio l'ingiunzione e per un certo tempo si mise dalla parte dei curatore. Appena con i drastici interventi dei governo di Innsbruck e le visite pastorali dei vescovo, nella seconda meta dei XVI secolo anche a Rodengo cessarono i movimenti riformatori.